1° classificato
Sergio Barbieri
“Ciò che ho davanti a me adesso,
è il mio passato.
Devo indurmi a guardarlo
con altri occhi:
devo indurre Iddio a guardarlo
con altri occhi”
O. Wilde
Da una finestra sul passato
scorgo una ragnatela
che dona una trine grigia
a quei vecchi vetri e alzo una mano
per togliere il passato di un ragno.
Ma poi mi fermo – con la mano destra alzata – come se benedicessi tutto quello
che gli occhi e la mente
fanno rivivere:
in questo breve attimo di tempo
sento i suoni, vedo i colori, le persone
le strade bianche e le case basse di allora
e scorgo me stesso – fanciullo – correre e lottare.
Così resto lì, immobile – senza tempo – a guardare fuori di me – con lo stupore del vivere – per veder scorrere un’ultima volta
il mio passato.
2° classificato
Luca Albanese
Alcool
È buio l’angolo del bar dove trovo rifugio.
È buio come il cuore di chi non vuol vedere.
È buio come la solitudine
Accolgo ogni scalino di vita
che mi porta alla luce
ma affondo le labbra alla bottiglia
e muoio tra l’indifferenza
di chi non è mai stato nessuno
e nel nulla me ne andrò,
io angelo maledetto
ora esisto in un angolo di cielo
dove anche il nulla ha un cuore
dove la dignità di essere uomo è un valore
dove le bottiglie sono vuote
e gli angoli del bar sono pieni d’amici
3° classificato
Stefano Freddi
Il grido dei gabbiani
Non ero arreso
alle urla della notte
sulle vie lastricate
della mia cavità.
Sul ciglio dell’abisso
percorrevo le mie orme
e un ardire viola
nella lumiera
rischiarava il nulla.
Le ombre
si giocavano in danze,
della mia carcassa
il fremito di canti perduti
e un andamento diluito
assetava la polvere.
Ero giunto
alle sponde mattutine,
là,
tu attendevi anima
il grido dei gabbiani.
4° classificato
William Fratti
Solitudine
La vecchietta guardava fuori dalla finestra
i tetti innevati e il fumo grigio
dei camini e della città
I fiocchi scendevano uno ad uno
e si posavano soffici sul manto bianco
e nerastro della neve bucata dal sole
e dalla pioggia fredda e ghiacciata
Quel senso di solitudine
quei cuori gelidi
ma quella gioia sprigionata
dai bambini e imprigionata
nei loro occhi
si nascondeva sotto lo scialle
calcato sulle spalle stanche della vita
E il rosario intrecciato
in quelle grossa dita gonfie
tintinnava contro l’anello di nozze
che fu presagio di morte
e il suono ripetuto scandiva
i palpiti del povero
cavallo ansimante
che trascinava a stento la
grossa slitta carica
di fanciulli felici
per la nevicata della notte
Ma solo gl’inconsapevoli
potevano non accorgersi
della luce che si andava
spegnendo dietro quelle tende
accompagnate da nobili
preghiere di pietà
che almeno di là
non ci sia la solitudine
5° classificato p.m.
Antonio Capriotti
Mareggiata
Forte vento di mare
impazza stasera
a percuotere d’onde rancorose
il lido che raggruma
al flusso di retrattili biancori.
Altro non s’ode intorno
che fragore invariato
di risacca, e il cuore teme
frangere celato di barca
in rotta solitaria chissà dove.
Domani in luce d’oro
io veda volgere sereno
di sguardi al mare placato,
e compagno mi sia
andare quieto d’ombre
su distesa rena, tra misture
sparse di sterpi levigati
e di conchiglie offerte
a festeggiante volo di gabbiani.
Autunno
Tornano brevi le giornate
e allarga le sue rotte
alla malinconia
il tempo ch‘è fatidico d’addii.
Non c’ingannano parate
ultime di soli: a sera
nebbie s’accovacciano
alle porte cui si torna
camminando tristi lungo viali
dove a strati marciscono ingiallite
le foglie rigogliose dell’estate.
5° classificata p.m.
Lidia Pieri
come il riflesso della pioggia
nell’aria lunghe ombre
da sotto la strada
parole di uno spirito perso
che tremano
nel vento
come trema il fuoco
da sempre
senza che ce ne meravigliamo
controvento
parole interminate
di silenzi solitari
che non hanno risposte
vedono capovolte
in un mondo sconosciuto
immagini perfette
come riflessi stanchi
e lunghe ombre vuote,
personaggi di un palcoscenico
il cui sipario scende
con la pioggia
ma che dimenticano
di essere tali
7° classificato
Marco Bellentani
Addio
C‘è un po’ di silenzio se un uomo
pensa di esser disperso nello spazio siderale;
vedere le lontane stelle, il loro splendore,
ma perire di freddo,
quiete e fragilità.
È un liquido, la vita del solitario
È un falso suono la sua speranza
È un fuoco che brucia il passato il suo futuro.
...
Farfalle, angeli e violini
nel tempo fermo
in un momento bianco
la musica che muore.
Patetica è la genitrice
dei mali dei folletti,
mobili e zitti come i fruscii
nel campo, nudi.
8° classificato p.m.
Mario Nurchis
Piccolo fratello nero
Piccolo fratello nero
prigioniero senz’anima
spogliato di libertà e dignità
perdona – ti prego – il piccolo fratello bianco
Piccolo fratello nero
hai reso grande
il piccolo fratello bianco
col tuo lavoro
nei campi assolati
del profondo Sud
regalandogli
in cambio del tuo dolore
il tuo blues
Piccolo fratello nero
quando il piccolo fratello bianco
vecchio e solo morirà
erediterai il mondo
e quando saprai di essere grande
risparmia – ti prego – il piccolo fratello bianco:
anche lui aveva un’anima
8° classificata p.m.
Bruna Spalla Lozza
Alla stazione
Non sono più andata
ad aspettare qualcuno alla stazione – l’ultimo sei stato tu tanti,
tanti anni fa: forse ricordi -.
Venivo quando pioveva o nevicava
e tu – come al solito – non avevi ombrello.
Passeggiavo lungo il marciapiede
o fingevo di guardare i giornali nell’edicola
solo per darmi un tono e nascondere il rossore – ero tanto giovane, quasi una bambina -.
Era così evidente che aspettavo un uomo:
sorrideva chi sapeva che attendevo l’amore.
Scendevi dal treno e il tempo si fermava
come si arresta oggi
quando mi guardi e negli occhi
hai lo stesso sorriso di allora.
10° classificato
Eugenio Mosconi
Asciugai gocce di pianto
La violenza dell’acquazzone
consigliò sosta al viaggio
nel cuore della campagna.
La stanchezza condusse
sul letto dei ricordi.
Cullati dalla nenia
d’una malinconia crescente
gli occhi lentamente
s’arresero.
Asciugai, al risveglio,
gocce ancora fresche
di pianto.
Ma già, all’orizzonte,
tra la fine del cielo
e l’inizio della terra,
sempre più s’allargava
una tavolozza d’arancio
e il sole, fuoriuscendo,
squarciava il velo delle nubi.
Accecante,
rischiarò scattanti
evoluzioni di rondini
e morbidi voli di tortorelle
sui campi di grano maturo.
Fu il rassicurante annuncio
anche al mio cuore
del ritorno al sereno.
11° classificato
Stefano Magenta
Alcòlia
Volendo
potremo anche nasconderci
negli attimi
tra menzogne
e risate
piangere l’amore ucciso
le ali nivee imbrattate
e le ferite intorno
Volendo
potremmo anche uccidere
stelle
e costellazioni
se solo
tutto fosse sinfonico
se solo
tu credessi in me
potremmo anche intonare
madrigali neri
e baciarci
tra strali notturne.
12° classificata
Ilaria Giaconi
Selene la luna_
Da sempre
di notte
si specchia nel mare
e soddisfatta
del suo pallido splendore,
seduce il mondo
con la sua magia.
A volte
è triste il suo sguardo,
ma forse è solo delusa
perché eterna spettatrice della vita,
tacita compagna di solitari pensieri,
orbita sui sogni dei mortali.
Farfalla
Danza allegra, briosa
e poi con dolcezza
sui petali riposa.
Principessa colorata
dura un giorno
la sua vita.
Dall’alba al tramonto
è un soffio d’amore
un solo giorno
nel quale
accarezza ogni fiore.
Non conosce
la notte
baciata dal sole
fuggevole ebbrezza
fra primule e viole.
Lieve e fugace
l’ha voluta
la sorte
come rapido il passo
dal sonno alla morte.